"E adesso il dolce. Prendo arance, cedri e limoni. Il "ciauro" è così forte che in un primo momento mi ha stordito e resto liquida liquida, ora invece nemmeno lo sento, tanto che annuso i frutti colorati uno per uno. Mi bruciano le dita mentre taglio le bucce a fettine sottili; le verso nella pentola e le metto a cuocere, dopo venti minuti le scolo...Lavo le scorzette e le cuocio di nuovo nell'acqua bollente per dieci minuti. Se guardo la pentola il tempo non passa mai, ma se penso che mi devo vestire, apparecchiare e preparare per Cicciu ,mi sembra che la mattinata sia già volata, è capace che quello arriva e mi trova rossa e sporca come una casalinga avariata.
Finalmente le buccette sono cotte, le scolo e le asciugo; metto lo zucchero sul fuoco, ci unisco mezzo bicchiere di acqua, abbasso la fiamma e quando lo sciroppo ha un bel colore giallo oro lo aggiungo alle scorze.
Giro, mescolo, cerco di non pensare, perchè se mi distraggo poi le devo buttare e addio dolce. Pronte.
Le metto sopra il piano di marmo, le allontano l'una dall'altra, ora si devono seccare".
( da L'assaggiatrice, di Giuseppina Torregrossa)
Ingredienti
Scorze di agrumi( arance, cedri, limoni)
Zucchero semolato
Alloro
Procedimento
"Tagliare le scorzette a fettine lunghe, metterle a cuocere in molta acqua bollente e con due foglioline d'alloro. Scolarle dopo 20 minuti e lavarle. Farle cuocere ancora una volta per dieci minuti. Quindi scolarle ed asciugarle con uno strofinaccio di lino. Mettere in un pentolino tanto zucchero semolato quanto sono le scorzette e mezzo bicchiere d'acqua; fare caramellare a fuoco bassissimo. Quando lo zucchero si colorisce aggiungere le scorzette, girare col cucchiaio di legno per ricoprirle bene. Porre il tutto su di un piatto abbastanza grande o un piano di marmo, così da fare asciugare le scorzette le une distaccate dalle altre".
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Nota. Queste le indicazioni riportate sul testo citato. Personalmente, continuo a sbollentare per tre volte le scorzette in acqua rinnovata per pochi minuti, per poi aggiungerle ad uno sciroppo fatto con lo stesso peso di acqua e zucchero, in quantità uguale a quella delle scorze se destinate ad un uso prossimo, in quantità equivalente almeno al doppio del peso delle scorze, se si intende conservarle in questo e non seccarle.
Rimangono comunque entrambi metodi casalinghi, e non professionali.
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